Nato nel giugno dell'1981, ha scavalcato il lettino esattamente un anno dopo, la notte della finale mondiale di Madrid. Un botto memorabile. Dal pavimento freddo e duro della camera da letto dei suoi, ha pianto un aiuto inascoltato nell'estasi generale. Aiuto che è arrivato molto in ritardo, praticamente a fine festeggiamenti.
Per colpa di quel botto, e probabilmente di quel ritardo, ha iniziato a credere di poter scrivere come modalità di sopravvivenza, come cortocircuito, come terapia.
E sempre per colpa di quel botto, si è laureato in Comunicazione di Massa, e iscritto all'Albo dei giornalisti. Ha cominciato a scrivere racconti, oltre agli articoli di giornale, e ha vinto numerosi concorsi di narrativa breve.
Ha iniziato a pensare, intorno ai 25 anni, di essersi lasciato finalmente alle spalle le conseguenze di quella notte mondiale. Invece ha pubblicato il primo romanzo. Poi il secondo, il terzo, e così via. Oggi dirige una collana di narrativa di un piccolo editore romano, tiene un Laboratorio di Scrittura creativa (giunto alla III edizione!) e fa l'editor per le case editrici belle, come questa. Ah, ogni tanto ancora scrive.
(Ha una domanda cardine, a cui non riesce a rispondere: senza quel botto, e quel mondiale vinto, che ne sarebbe stato di tutte le parole che ha scritto?)
​
​